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Questa volta in Langa, partendo da Roddi per recarci a Verduno e a La Morra e ritornare poi nel pomeriggio a Roddi con un anello che sul crinale ci porta ai due rinomati paesi.
E’ una Langa ancora un po’ scolorita e brulla, i vigneti spogli e con i segni delle potature, le colline aride per la siccità che purtroppo imperversa nel nostro paese, solo gli alberi da frutto fioriti e gli infiniti noccioleti con le foglioline verdi, qualche macchia di verde intenso dove hanno seminato e sta spuntando il grano.
Compagnia numerosa (22 i partecipanti) ed allegra; i kilometri (in tutto 17) passano tranquilli sotto i nostri piedi tra chiacchiere e il ritrovarsi di amicizie che, causa il Covid, si erano un po’ diradate.
Il percorso è lineare e non stancante; soste opportune dedicate alla contemplazione del meraviglioso paesaggio, una breve sosta di riflessione e preghiera davanti ad una chiesetta solitaria su un poggio, consentono di riprendere il fiato.
A Verduno, piena di bar e ristoranti di ogni tipo e costo, attendono i turisti; non sono ancora molti ma li si intravede carichi di cartoni con i vini pregiati del luogo; ciclisti poi dovunque e qualche rado escursionista, il tutto favorito da una giornata bella e fin troppo calda, sproporzionata per la stagione.
Sostiamo sul belvedere da cui si vedono le successioni di colline e la miriade di paesini e borgate sparse dovunque, a valle, sulle colline, sui crinali.
A La Morra pranziamo sul magnifico piazzale Belvedere e dopo accurata sosta per bere il caffè, in un paio d’ore, scendendo dalla parte opposta a quella che abbiamo camminato di mattino, per un bel tratto su stradine asfaltate ma prive di traffico, in parte su una comoda sterrata, tra i noccioli e le vigne, risaliamo a Roddi.
Si vorrebbe brindare in qualche bar del luogo ma qui tutto è ancora chiuso, trattandosi di un paese di abitazione e non tanto di turismo.
Ci consoliamo guardando il castello, uno dei più belli e ben restaurati di Langa, percorriamo le viuzze ben lastricate, le case tutte magnificamente ristrutturate, le ville signorili sorte intorno come funghi, ci godiamo il silenzio del luogo ed infine … a casa.
Il Rettore A. Vertamy
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